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MIXING CON TCHAD BLAKE

Aggiornamento: 2 ott


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E così fu che decisi di passare un'intera settimana allo Studio La Fabrique in Provenza per testare le mie conoscenze sull'arte del mixing insieme ad un mixing engineer riconosciuto in tutto il mondo come uno tra i migliori nel suo campo, Tchad Blake. Il motivo primario che mi ha spinto a fare questa esperienza è stato principalmente il mio desiderio di confronto, perchè credo che l'unico modo per imparare qualcosa di nuovo sia il mettersi in discussione, cosa che mi rendo conto oggi di aver fatto in modo anche eccessivo durante le mia carriera di musicista-produttore. ingegnere del suono. Ma tant'è, alla fine è proprio per questo motivo che ho imparato tutto ciò che oggi conosco. Anche nel caso di questa settimana mi succede di apprendere altre preziosissime informazioni e di avere numerose conferme riguardo alla mia metodologia di lavoro che avevo già sviluppato nei lunghi anni di Londra. Non mi dilungherò qui a parlare degli argomenti tecnici intorno al mixing ma faccio soltanto una semplice considerazione: dopo aver passato i primi tre giorni in regia con Tchad al lavoro su diversi brani, uno dei quali di mia produzione, ho avuto la pressoché totale conferma del fatto che per mixare musica ci vogliono tre ingredienti fondamentali: conoscenza tecnica, orecchio e gusto. Il mixing è una forma d'arte a sé stante che lentamente sta incominciando ad avere riconoscimento ufficiale perché i mixing engineers di successo non si limitano a "miscelare" tracce ma contribuiscono spesso, ma non necessariamente, alla modifica dell'arrangiamento del brano. Per questo motivo solo i produttori e gli artisti tù illuminati possono accettare il lavoro di un mixing engineer senza preconcetti. Non è da tutti ma l'industria si muove in questa direzione e non vi sarà modo di cambiarla, almeno per adesso, vista l'importanza della moderna tecnologia. Il tempo dei mix fatti da nastro a 24 tracce e banchi analogici con automazione ed outboard limitati sono passati ormai da almeno un ventennio, che piaccia o meno. Personalmente sono tra coloro i quali credono che avere meno scelte sia un fatto positivo che spinge verso la creatività anziché limitarla, ma questa attitudine è ciò che caratterizza ME come mixing engineer e forse anche il mio punto di forza. Di sicuro la tecnologia mette a disposizione una possibilità infinita di scelte e, come si usa dire, la' son cazzi perché se non hai gusto, intuito e conoscenza tecnica ti puoi letteralmente perdere in un mix come ci si può perdere in un labirinto senza trovarne l'uscita.

Passare lunghe giornate in studio con Thad Blake mi sta dando ispirazione e allo stesso tempo nuova linfa vitale confermando ciò che ho sviluppato negli ultimi quindici anni.

Alla prossima, forse sempre qui dallo Studio La Fabrique.

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