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La musica al tempo dell'intelligenza artificiale

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Sembra che non si faccia altro che parlare di intelligenza artificiale.

Nel settore musicale il dibattito è particolarmente acceso: l'AI cambierà tutto? Sostituirà compositori e musicisti? La tecnologia renderà obsoleto il lavoro umano?

Sono domande legittime. 

E dopo vent'anni passati a produrre musica - prima a Londra, poi in Italia, lavorando con artisti indipendenti e case discografiche - posso dirti che è giusto parlarne. Perché le implicazioni dell'intelligenza artificiale nella musica non sono teorie: sono già realtà.

Ma la vera domanda non è se l'AI cambierà il settore musicale.

È cosa resterà, quando il cambiamento sarà compiuto.


Come viene usata l'intelligenza artificiale nella musica oggi

L'intelligenza artificiale è ovunque

Informatica, marketing, medicina, persino nella creazione di contenuti visivi. E ovviamente è entrata anche nel settore della musica.

Esistono già software professionali che analizzano lo spettro sonoro dei file audio - cioè tutte le frequenze che compongono un suono - per migliorarlo automaticamente.

In pratica, quello che prima facevi manualmente regolando equalizzatori, compressori e altri strumenti, ora un algoritmo può farlo per te in pochi secondi. 

Analizza il file, individua squilibri o problemi e propone una soluzione.

Poi ci sono i software che vanno molto oltre: compongono un'intera canzone

Testi, musica, persino la voce. Creano brani musicali completi, pronti per essere pubblicati.

E qui la domanda diventa inevitabile: dove stiamo andando?

La musica di domani sarà fatta totalmente dall'intelligenza artificiale?

Che ne sarà di compositori, musicisti, cantanti - di tutte quelle persone che fino a ieri erano le uniche a poter creare una canzone?

Ti dico la mia nel prossimo paragrafo.


L’AI nella musica: intrattenimento o arte?

Alla categoria dei compositori si affiancherà una nuova figura: il creatore di prompt. 

Qualcuno che non compone musica, ma che sa dare le indicazioni giuste all'AI per generare un brano.

E certo, alcuni di questi brani potrebbero funzionare. 

Potrebbero girare sulle radio, spopolare sui social, piacere per una stagione. 

Ma poi finiranno nel dimenticatoio, come tutto ciò che è pensato per durare il tempo di un trend.

Chi invece continuerà a fare musica in modo tradizionale - partendo da un'idea, da un'urgenza espressiva, da qualcosa che nasce dentro - continuerà a fare arte

E contribuirà ad arricchire il patrimonio culturale della società, creando musica che resta.

Perché c'è una differenza netta tra chi intrattiene e chi fa arte.

Un intrattenitore lavora per piacere a un pubblico ampio, segue format, cavalca le mode. 

E probabilmente domani lo farà usando l'intelligenza artificiale

O magari sarà direttamente sostituito dall'AI, visto che il suo obiettivo è produrre contenuti che funzionano, non opere che restano.

Un artista, invece, crea partendo da un pensiero personale, da qualcosa che sente il bisogno di esprimere

Non accetterebbe mai di produrre qualcosa che non nasce dal proprio intelletto, dalla propria sensibilità.

E questo l'AI non può replicarlo.


Le implicazioni etiche e commerciali

Le implicazioni sono concrete e riguardano tutti: chi crea musica e chi la ascolta.

Sul piano commerciale, il cambiamento è già in atto.

I compositori veri diventeranno sempre più rari. E quindi più preziosi.

Lo stesso vale per i musicisti

Quelli che suonano strumenti, che interpretano, che portano la loro presenza su un palco. 

Ci sarà sempre bisogno di loro, finché gli esseri umani resteranno emotivamente acculturati

Finché cercheremo nella musica qualcosa che ci tocchi davvero.

Sul piano etico, invece, le domande sono ancora aperte.

Chi possiede una composizione generata dall'intelligenza artificiale?L'utente che ha scritto il prompt? L'azienda che ha sviluppato il software? Nessuno?

E poi c'è un rischio più sottile, ma forse più pesante: l'omologazione.

Se l'AI impara dai pattern musicali esistenti - analizzando milioni di brani per capire cosa funziona - rischiamo di avere una musica sempre più standardizzata

Sempre più simile a sé stessa. 

Una musica che uccide l'innovazione vera, quella che nasce quando qualcuno decide di rompere gli schemi invece di seguirli.


Perché l'intelligenza artificiale non può creare vera emozione

L'intelligenza artificiale appartiene al mondo della tecnologia digitale che è priva di emozione per definizione.

Può analizzare milioni di brani. 

Può riconoscere pattern con una precisione che nessun essere umano raggiungerà mai. 

Può imitare stili, replicare tecniche, persino creare qualcosa che suona esattamente come un certo genere o un certo artista.

Ma non può sentire.

Non sa cosa significa scrivere una canzone per elaborare un dolore

Per dare forma a una gioia

Per dare voce a qualcosa che ti brucia dentro e che devi far uscire, altrimenti ti consuma.

L'AI genera musica. Ma non la vive.

Ed è lo stesso paradosso che stiamo vivendo dall'inizio del millennio.

In vent'anni c'è stato un proliferare impressionante di software che nella registrazione e nel mixing cercano di emulare il "calore" dell'analogico

Plugin che aggiungono distorsioni, armoniche, imperfezioni - tutto quello che la tecnologia digitale aveva eliminato in nome della perfezione tecnica.

Cerchiamo disperatamente di riportare l'umanità in ciò che la tecnologia ha reso freddo.

E nei prossimi vent'anni vedremo probabilmente lo stesso ciclo: un proliferare di software che tentano di "umanizzare" ciò che l'intelligenza artificiale crea. 

Algoritmi per aggiungere sfumature emotive, per simulare imperfezioni umane, per far sembrare "vera" una composizione generata da una macchina.

Fino a quando - forse - ci renderemo conto che è più veloce, più efficace e soprattutto più emotivamente appagante lasciare all'uomo la creazione dell'arte.

Le macchine potranno continuare a sfornare musica da ascensore.

Ma l'arte - quella che rappresenta il viatico per il divino - resterà nelle mani di chi la vive.


Cosa significa tutto questo per chi fa musica oggi

Se sei un artista, un compositore, un musicista, la domanda che probabilmente ti stai facendo è: e io, che faccio?

Ti trovi davanti a una scelta.

Puoi continuare a fare musica come hai sempre fatto - partendo da un'idea, da un'urgenza espressiva, da qualcosa che senti il bisogno di esprimere. 

Puoi anche usare l'intelligenza artificiale come uno strumento in più, per velocizzare alcuni processi o per sperimentare. Ma la musica resta tua.

Oppure puoi lasciare che l'AI faccia tutto.

Ma se scegli questa strada, devi essere consapevole di cosa stai perdendo: la possibilità di fare ciò che la musica - e l'arte in generale - ti permette di fare come forma di espressione. 

Quella parte che ti rende autore, non operatore. Artista, non assemblatore di prompt.

Il mercato si dividerà

Da una parte ci sarà una produzione musicale massiva, veloce, economica, pensata per funzionare e durare poco

Dall'altra ci saranno gli artisti veri, quelli che creano opere destinate a restare. E questi diventeranno sempre più preziosi.

Per le etichette discografiche, il ragionamento è simile.

Possono scegliere di investire su contenuti generati rapidamente, che cavalcano trend e mode. 

Oppure possono continuare a scommettere su artisti che hanno una visione, un'identità, qualcosa da dire. 

La seconda strada richiede più tempo, più lavoro, più fiducia. Ma è quella che costruisce un patrimonio che dura.

Quello che cambierà non è il valore della musica fatta dalle persone.

Cambierà il modo in cui ci rapportiamo alla tecnologia. E cambierà la consapevolezza di cosa cerchiamo davvero nella musica.


Ricapitolando

L'intelligenza artificiale cambierà il panorama musicale, questo è certo. 

Il vero spartiacque non sarà tra chi usa l'AI e chi non la usa, ma tra chi crea per dire qualcosa e chi produce per riempire uno spazio.

E alla fine, il pubblico sceglierà sempre ciò che fa sentire qualcosa di vero.

Le macchine potranno sfornare milioni di brani. Ma l'arte resterà nelle mani di chi la vive.

La musica che resta è quella fatta dalle persone. Per le persone.

 
 
 

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